LIBRO DI VITA DELLA

COMUNITA’

FAMIGLIA PICCOLA CHIESA

Prefazione

1° CAPITOLO

1.1 Natura e fini

1.2 Vita nuova in Cristo

2°. CAPITOLO

2. I membri della comunità

3° CAPITOLO

3. Formazione e incorporazione degli aderenti

4° CAPITOLO

4. Fondamenti della Comunità

5° CAPITOLO

5. La Comunità nella Chiesa

6° CAPITOLO

6. Struttura della Comunità

7° CAPITOLO

7. Diritti e doveri dei membri

 

8° CAPITOLO

8. Governo della Comunità’

9° CAPITOLO

9. Vita della Comunità

10° CAPITOLO

10. Governo della Comunità’

11° CAPITOLO

11. Il ruolo dei presbiteri e dei diaconi permanenti

12° CAPITOLO

12. Governo della piccola comunità familiare

13° CAPITOLO

13. Amministrazione dei beni materiali

14° CAPITOLO

14. Norme transitorie

Formula per la promessa

Prefazione

La Comunità nasce nel luglio del 1982 ad opera dei coniugi Raffaele e Marilena Cece dopo la partecipazione ad una settimana di spiritualità presso l’Eremo di San Girolamo a Spello (il tema era "Perché vivere?") durante la quale avvertirono la necessità di fondare una comunità che si occupasse in modo specifico della formazione spirituale della coppia e della famiglia.

Nel 1996, a seguito dell’approvazione dello Statuto della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, la "Comunità Famiglia Piccola Chiesa" viene ammessa a far parte della C.D.A.L. (Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali) dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino.

Dall’intuizione iniziale che hanno ricevuto i fondatori, nel corso degli anni la Comunità è andata via via chiarendo la sua specificità spirituale e pastorale; la coppia fondatrice continua tuttora ad essere in totale ascolto su quanto lo Spirito Santo potrebbe ancora dire per essere sempre più confacenti al progetto che Dio ha sulla coppia e la famiglia cristiana e per il suo impegno nella società civile.

1° CAPITOLO

1.1 Natura e fini

§1. La Comunità Famiglia Piccola Chiesa risponde ad una specifica chiamata di Dio per vivere l’esperienza cristiana coniugale in un impegno stabile, mettendosi a servizio della Chiesa (cfr. CIC. can. 298).

§2. Essa è formata da coppie di sposi di fidanzati e da coloro che vivono lo stato vedovile, che desiderano vivere la propria "vocazione e missione di sposi in Cristo Gesù", consapevoli che la famiglia con il sacramento del matrimonio diviene "Santuario domestico della Chiesa" (LG 11).

§3. Scopo della Comunità è quello di aiutare i coniugi a realizzare il progetto che Dio ha sulla propria esistenza coniugale: vivere l’amore, la fecondità generosa, l’umiltà, la fedeltà, l’unità-unicità, l’indissolubilità, la cooperazione con la comunità parrocchiale e con la chiesa locale. Mediante la formazione l’istruzione e il sostegno delle coppie per uno sviluppo umano integrale e la risposta profonda e totale alla chiamata alla santità ricevuta dal Battesimo. Comunicando la vita in Cristo al mondo attraverso la testimonianza mediante le attività che la Comunità svolge nel campo della preghiera, dell’evangelizzazione e nella carità.

1.2 Vita nuova in Cristo

§1. Il carisma della comunità si esprime nel vivere la vita nuova in Cristo donataci con il sacramento del matrimonio. Essa si articola attraverso la fede, speranza e carità: virtù teologali che trasfigurano sia il rapporto di coppia, della famiglia e la vita stessa all’interno della comunità. Coltivando il dialogo, l’accoglienza, la solidarietà, la sobrietà, la famiglia diventa luogo di salvezza, esercizio di carità che ci prepara ad andare verso le altre famiglie in attesa di una testimonianza sincera, credibile, sostenuti nella preghiera e nella formazione dalla Comunità, per presentare "il Vangelo del Matrimonio e della famiglia" (DPF 8).

§2. Coloro che aderiscono alla Comunità si impegnano :

a riconoscere l’aspetto sacramentale del matrimonio e in forza dello Spirito effuso dal Signore che ci ha donato un cuore nuovo, ci impegniamo ad amarci come Cristo ci ama; consapevoli che anche il matrimonio è a servizio del Regno di Dio e che esso diventa per noi sposi luogo concreto per vivere alla sequela di Cristo.

-Verso un autentico servizio alla vita con apertura verso la procreazione responsabile e nell’accogliere, approfondire e diffondere il Magistero del Papa e della Chiesa in materia di castità nell’etica della famiglia e della vita.

- nell’educare i figli secondo i valori della Chiesa;

- nell’accostarsi al cibo spirituale: la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio, in famiglia quotidianamente, quali fonti di vita e di dialogo continuo con Dio, così da sentirne la presenza viva in mezzo a noi e nella nostra casa;

-nel vivere con convinzione i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia;

-nel conoscere i documenti della Chiesa e partecipare alla vita della proprie parrocchie, apportando l’aiuto necessario per l’evangelizzazione della famiglia;

- nel vivere con sobrietà e nell’aprirsi all’accoglienza dei fratelli bisognosi.

§3. La Comunità riconosce nell’evangelizzazione e formazione delle famiglie il suo impegno Fondamentale.

2°. CAPITOLO

2. I membri della comunità

§1. La vocazione della comunità è rivolta a coloro che sentono la chiamata ed accettano di viverla secondo il carisma proprio della Comunità.

§2. Essa accoglie non solo coppie di sposi, ma anche fidanzati che desiderano vivere questo tempo di grazia che il Signore ha loro concesso per comprendere il Progetto che Dio ha su di loro, ma anche coloro che vivono lo stato vedovile perché la vedovanza è una continuazione della vocazione coniugale (GS, 48). Se "il matrimonio e la verginità sono due modi di esprimere e di vivere l’unico mistero dell’alleanza di Dio col suo popolo" (FC,16), la vedovanza ha qualcosa dell’uno e dell’altro e possono esprimere la loro vita fedele al matrimonio nella preghiera, nell’accoglienza, nella carità (La vedova in Serepta di Sidone –Lc 4,26 -; Anna la profetessa –Lc2,16-38-; consacrata alla preghiera –1 Tim 5,3.5.16-).

§3. I presbiteri, i diaconi permanenti i consacrati possono partecipare all’attività della comunità considerando che la vocazione all’amore può realizzarsi pienamente nel matrimonio e nella verginità: "sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo, del suo "essere immagine di Dio"; essi sono "i due modi di esprimere e di vivere l’unico mistero dell’alleanza di Dio con il popolo" (FC.11). Il matrimonio e la verginità non sono in contrapposizione tra loro; sono piuttosto due modi diversi e complementari che convergono nell’esprimere l’identico mistero sponsale dell’unione feconda e salvifica di Cristo con la Chiesa" (DPF.24).

La Comunità accoglie con gratitudine il dono di sacerdoti, di uomini e donne che vivono una speciale consacrazione in un Istituto Religioso e Secolare, dei diaconi permanenti, compatibilmente con i doveri del loro stato e con il consenso e nell’obbedienza ai loro legittimi superiori.

3° CAPITOLO

3. Formazione e incorporazione degli aderenti

§1. La vocazione alla Comunità è risposta ad una particolare chiamata per donarsi a Cristo Signore. Tutte le coppie aderenti, sposi o fidanzati e chi è nello stato vedovile desiderosi di parteciparvi, sono chiamati ad impegnarsi con consapevolezza, al termine di un periodo di discernimento e di formazione che prevede due tappe per l’incorporazione alla Comunità.

§2. Per l’adesione alla Comunità i richiedenti devono possedere i seguenti requisiti:

-essere in comunione con la Chiesa cattolica (cfr. CIC, can. 205);

-aver seguito un idoneo itinerario formativo (probandato).

§3. Prima tappa: la coppia di sposi, di fidanzati, i vedovi, accostandosi alla realtà comunitaria vi parteciperanno per un anno per conoscere la spiritualità della Comunità. Dopo aver vissuto con fedeltà questo tempo, in una piccola comunità familiare, se esprimono il desiderio di conoscere meglio lo stile di vita della Comunità, di percorrere un itinerario di fede per riscoprire il sacramento del matrimonio e maturare l’impegno a vivere il proprio apostolato a servizio della famiglia, sarà possibile fare richiesta scritta alla coppia animatrice di piccola comunità familiare che, sentito il Consiglio, se lo riterrà opportuno, ammetterà il richiedente al probandato.

§4. Il richiedente può ritirarsi in qualsiasi momento dalla Comunità.

§5. Seconda tappa: il probandato. Dopo aver fatto formale richiesta alla coppia animatrice della piccola comunità di appartenenza, quest’ultima avvisa il Consiglio della richiesta effettuata dalla coppia di sposi, di fidanzati, o dai vedovi quindi gli aderenti vengono invitati a frequentare per un periodo della durata di un anno la stessa, nel corso del quale vivranno l’esperienza della Comunità in tutte le sue manifestazioni ricevendo una formazione di base, secondo la spiritualità propria della Comunità e della presente regola.

§6.Al termine di ogni anno nel Ritiro Spirituale finale, l’aderente presenterà l’adesione alla Comunità per manifestare la continuità nell’appartenenza.

§7. Ogni probando può ritirarsi dalla Comunità in qualsiasi momento.

§8. Se la coppia animatrice, sentito il Consiglio, si rende conto che i richiedenti l’adesione non si inseriscono in modo soddisfacente nella Comunità, può invitarli a ripresentare la domanda a distanza di un anno.

§9. Al termine della seconda tappa, i probandi potranno scegliere se continuare a partecipare come semplici aderenti, rinnovando però, ogni anno l’adesione nel Ritiro spirituale finale, per dare continuità all’appartenenza, oppure fare richiesta per la Promessa Comunitaria.

§10. I probandi che desiderano aderire con la Promessa, faranno richiesta scritta alla coppia animatrice di piccola comunità di appartenenza, che lo comunicherà al Consiglio per l’ammissione.

§11.Perché l’ammissione per la Promessa sia valida è necessario che i richiedenti abbiano:

espletato per intero il probandato

 

scelto una guida spirituale

siano stati fedeli alla vita comunitaria, all’impegno nell’itinerario di fede, alla testimonianza cristiana della propria vita coniugale e familiare,

un’adeguata conoscenza della struttura della Comunità.

La coppia animatrice seguirà i richiedenti affinché tale decisione sia presa in piena libertà e consapevolezza e nella conoscenza della spiritualità della Comunità.

§12. Con la Promessa i probandi manifestano l’impegno formale ad entrare in relazione con i membri della Comunità e a partecipare al loro stile di vita, a servire Cristo Signore, secondo la propria vocazione e "missione dei coniugi e delle famiglie cristiane, in forza della grazia ricevuta nel sacramento del matrimonio. Tale missione è posta a servizio dell’edificazione della Chiesa, della costruzione del Regno di Dio nella storia. Ciò è richiesto come atto di docile obbedienza a Cristo Signore. Egli, infatti, in forza del matrimonio dei battezzati elevato a sacramento, conferisce agli sposi cristiani una peculiare missione tutto speciale, in questo campo della famiglia". (FC,71)

§13. L’impegno della "Promessa" con la quale i probandi aderiscono alla "Comunità Famiglia Piccola Chiesa", è assunto nel ritiro di fine d’anno, resa pubblica con una formula durante la Celebrazione Eucaristica e può essere rinnovata annualmente.

§14. Coloro che hanno fatto la Promessa Comunitaria siano fedeli all’orazione giornaliera, nell’apertura del loro cuore ad un accompagnatore spirituale e come maestri di vita scelgano di approfondire la vita di Santi che la Chiesa ha riconosciuto uno specifico carisma in questo campo particolare della famiglia: San Giovanni Crisostomo, San Gregorio di Nazianzio, Sant’Agostino, San Tommaso D’Aquino, San Filippo Neri, San Francesco di Sales, San Tommaso Moro, i Beati Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi,…. Inoltre le lettere e le catechesi di Papa Giovanni Polo II.

4° CAPITOLO

4. Fondamenti della Comunità

§1. Gli aspetti fondamentali della Comunità sono i seguenti: l’impegno della "Promessa"; dialogo; accoglienza-ospitalità; solidarietà-condivisione; sobrietà.

§2. Con la Promessa annuale la coppia di sposi manifesta l’impegno formale ad entrare in relazione con i membri della Comunità e a partecipare al loro stile di vita, a servire Cristo Signore, secondo la propria vocazione e "missione dei coniugi e delle famiglie cristiane, in forza della grazia ricevuta nel sacramento del matrimonio. Tale missione è posta a servizio dell’edificazione della Chiesa, della costruzione del Regno di Dio nella storia. Ciò è richiesto come atto di docile obbedienza a Cristo Signore. Egli, infatti, in forza del matrimonio dei battezzati elevato a sacramento, conferisce agli sposi cristiani una peculiare missione di apostoli, inviandoli come operai nella sua vigna, e, in modo tutto speciale, in questo campo della famiglia" (F.C.71).

§3. Con la Promessa, i probandi accettano e fanno proprio lo stile di vita della Comunità.

§4. Dalla Promessa scaturisce l’impegno di fondare la propria esistenza coniugale e familiare sul dialogo: confrontandosi per ricercare sintesi più alte; sull’accoglienza-ospitalità: rispetto della vita dal suo concepimento fino al suo tramonto naturale, accoglienza dell’identità personale di ciascuno; solidarietà-condivisone: partecipazione per la promozione della vita della famiglia; sobrietà: l’attenzione all’essere e alla qualità della vita, più che al cumulo delle cose e dei beni disponibili.

Ubbidienza come risposta amorosa e di riconoscenza alla volontà del Padre che ci ha chiamati a vivere una speciale vocazione in questa Comunità. Fedeli al Magistero della Chiesa.

§5. Ciascun membro tenendo conto delle proprie condizioni famigliari, offrirà generosamente il suo contributo in denaro, secondo quanto stabilito dal Consiglio.

§6. Tale contributo serve per sostenere le attività caritative e organizzative della Comunità. Esso diventa offerta dei frutti del proprio lavoro al Signore.

5° CAPITOLO

5. La Comunità nella Chiesa

§1. Gli aderenti alla Comunità sono profondamente radicati nella Chiesa mediante la filiale sottomissione ai suoi pastori, dando il proprio servizio secondo la specifica spiritualità della Comunità, partecipando alle iniziative pastorali della diocesi e delle parrocchie.

§2. Dalla Chiesa e dal Magistero la Comunità prende i contenuti ed i criteri sui quali vengono indirizzati le attività, le scelte di vita, l’itinerario di crescita spirituale della coppia e della famiglia.

§3. La Comunità fissa a Foggia la propria sede (cfr. CIC,can. 304, §1), il suo recapito ed eventuali variazioni saranno comunicati tempestivamente al Vescovo di Foggia-Bovino.

§4. Il Consiglio sceglie il Consigliere Spirituale fra i sacerdoti della diocesi e lo propone all’Ordinario del luogo per averne la conferma. (Can.324, §2)

6° CAPITOLO

6. Struttura della Comunità

§1. Nella struttura della Comunità, l’unità di base è la piccola comunità familiare che raggruppa un certo numero di aderenti che si riuniscono in Parrocchia o nelle case con la presenza della coppia animatrice. La presenza del sacerdote è auspicabile.

§2.Gli aderenti alla Comunità rendono manifesto il proprio senso di appartenenza esprimendo la condivisione della stessa Regola sotto lo stesso governo.

§3. La Comunità in via ordinaria è strutturata nei seguenti livelli:

-Piccola comunità familiare

-intera Comunità.

§4. La piccola comunità è composta da membri eterogenei: coppie sposate, fidanzati, vedovi; ciò non toglie che a seconda dei casi sia possibile costituire gruppi omogenei di sposi, fidanzati e vedovi.

§5. L’intera Comunità è costituita da tutte le piccole comunità familiari presenti nella Diocesi.

7° CAPITOLO

7. Diritti e doveri dei membri

§1. Ogni aderente alla Comunità ha il diritto:

di partecipare alla vita della Comunità

di essere sostenuto nella formazione secondo la spiritualità della Comunità

di ricevere l’aiuto spirituale e materiale in caso di necessità.

§2. Ha i seguenti doveri:di partecipare agli incontri di piccola comunità

di partecipare all’incontro di Formazione

di partecipare alla preghiera di Adorazione Eucaristica

di partecipare alla Celebrazione Eucaristica per intercedere per i bisogni delle famiglie

di dare il proprio servizio per l’annuncio del "Vangelo del Matrimonio e della Famiglia".

8° CAPITOLO

8. Governo della Comunità’

§1. Alcune coppie di coniugi, che abbiano fatto la Promessa Comunitaria, dopo una idonea esperienza comunitaria vissuta in piena fedeltà alla regola vengono riconosciute dal Consiglio, come coppia animatrice/responsabile di piccola comunità familiare, per la loro maturità nella fede e per la loro dedizione al servizio per la Chiesa, assumono il compito di guida capaci di trasmettere lo spirito della Regola.

§2. Esser coppia animatrice non apporta alcun esercizio di autorità, ma impegna ad essere di esempio nella sottomissione all’autorità stessa.

§3. La qualifica di coppia animatrice di piccola comunità familiare è data dal Consiglio e viene comunicata per iscritto.

§4 Solo Il Consiglio può revocare la qualifica di coppia responsabile .

§5. La cessazione dalla comunità avviene per uscita o per dimissione.

§6. I coniugi, i fidanzati coloro che vivono lo stato vedovile che hanno aderito con promessa alla Comunità possono recedere dalla Comunità, comunicando per iscritto il loro proposito alla coppia animatrice di piccola comunità di appartenenza, Quest’ultima aiuta la coppia a verificare la propria intenzione con responsabile consapevolezza. Se continuano nella decisione di recedere, viene sancito l’uscita dalla Comunità, sentito il Consiglio .

§7. Un aderente alla Comunità che abbia:

-causato scandalo grave e comprovato

-rifiutato ripetutamente la riconciliazione

-provocato grave divisione all’interno della Comunità

-condiviso uno stile di vita e opinioni incompatibili con il Magistero della Chiesa

dopo ripetute esortazioni fatte dalla coppia animatrice di piccola comunità familiare e dal Consiglio, può esser invitata a dimettersi dalla Comunità.

§8. La dimissione è di competenza del Consiglio , salvo il diritto di ricorso , entro un mese dalla comunicazione per iscritto della dimissione.

§9. Coloro che legittimamente escono dalla Comunità o che vengono dimessi, non possono esigere nulla dalla medesima per qualunque attività in essa svolta.

§10. Coloro che hanno fatto la Promessa Comunitaria possono chiedere di uscire o la Comunità –nella figura della coppia animatrice, sentito il Consiglio- può invitare ad uscire temporaneamente dalla medesima al fine di poter meglio verificare le ragioni e i modi della sua appartenenza.

§11. Coloro che si trovano in questa situazione possono essere esonerate dalla partecipazione ad alcune o a tutte le attività comunitarie. Comunque la coppia rimane membro aderente alla Comunità.

9° CAPITOLO

9. Vita della Comunità

§1 La vita di Comunità si esprime attraverso il vissuto di due livelli specifici:

-la piccola comunità familiare dove partecipano sia coloro che hanno fatto la promessa che i semplici aderenti;

- l’intera Comunità.

§2. I membri della Comunità attraverso l’itinerario di fede permanente all’interno della Comunità, realizza una completa formazione cristiana secondo la spiritualità specifica della "Comunità famiglia Piccola Chiesa".

§3. Essi partecipano alla piccola comunità familiare, agli incontri di adorazione Eucaristica e alla Santa Messa mensile offerta per intercedere per i bisogni delle famiglie; la Comunità chiede loro una fedele ed assidua partecipazione. Questi sono i momenti di vita ordinaria della piccola comunità familiare.

§4. Inoltre partecipano agli incontri di formazione di Comunità, convocata e presieduta dalla Coppia Presidente, a livello di Assemblea Generale.

§5. Questi sono momenti dove i membri maturano la propria vocazione e missione, riscoprendo il sacramento del matrimonio e giungendo con gradualità a vivere l’apostolato al servizio della Chiesa in un campo particolare quello della Famiglia.

§6. L’ambito di servizio può interessare la piccola comunità familiare della parrocchia di appartenenza, l’intera Comunità e comunque sempre nell’ambito della famiglia.

§7. Il servizio è guidato dalla coppia animatrice di piccola comunità familiare, se interessa solo questa realtà, dal Consiglio rappresentata dalla Coppia Presidente se l’intervento dovesse interessare tutta la Comunità intera.

§8. I rapporti interpersonali tra gli aderenti la comunità non si esauriscono al suo interno nel servizio, ma ogni membro, come coppia o singolarmente sentirà sempre il dovere di aiutare, incoraggiare, esercitare la correzione fraterna, esortare per l’aiuto reciproco nel cammino spirituale. Ruolo importante a tal proposito lo riveste la coppia animatrice, il Consiglio, la coppia Presidente, ognuno secondo la responsabilità ricevuta.

§9. Ogni coppia aderente non deve dimenticare che il fine ultimo della correzione fraterna è la conversione e la riconciliazione.

§10. Ogni conflitto nella Comunità deve essere evitato. Se dovesse presentarsi una controversia, spetta alla coppia animatrice della piccola comunità familiare di dirimerla o ad una coppia da loro incaricata.

§11. Se una delle coppie animatrici è parte della controversia si ricorrerà al Consiglio.

§12. La Comunità Famiglia Piccola Chiesa organizza nell’anno pastorale almeno tre ritiri spirituali: in Avvento e in Quaresima per prepararsi ai momenti "forti" dell’anno Liturgico perché possa accrescere il senso di appartenenza alla Comunità medesima, e a fine anno sociale per l’adesione e per la "Promessa".

§13. Il ritiro spirituale è un momento di incontro di tutta la comunità ed è aperto a tutte quelle coppie di sposi, fidanzati coloro che vivono lo stato vedovile, religiosi, sacerdoti, che sentono proprio questo tipo di spiritualità pur non aderendo.

10° CAPITOLO

10. Governo della Comunità’

§1 Il governo della Comunità viene esercitato da coloro che ne abbiano ricevuto l’incarico e dal Consigliere Spirituale assistente della Comunità , esso è basato sul discernimento spirituale sulla ricerca continua della volontà che Dio ha sulla Comunità.

§2.L’autorità viene esercitata collegialmente e non individualmente nel Consiglio. Le decisioni vengono prese a maggioranza considerando tutti gli aventi diritto, cercando comunque sempre l’unanimità e nello spirito della regola.

§3. Le cariche possono essere cumulabili.

§4. I membri del Consiglio vengono eletti per tre anni tra coloro che hanno fatto la promessa, che possiedono reale capacità di governo, disponibilità di tempo spirito di donazione.

§5. Si può essere rieletti per non più di due trienni consecutivi.

§6. Tutte le coppie di sposi animatrici di piccola comunità familiare, il Consiglio e il Consigliere Spirituale costituiscono il Capitolo della "Comunità Famiglia Piccola Chiesa".

§7. Il Capitolo si riunisce ogni due anni.

§8. Spetta al Capitolo della Comunità apportare eventuali modifiche alla Regola.

11° CAPITOLO

11. Il ruolo dei presbiteri e dei diaconi permanenti

§1. La comunità riconosce il ministero proprio dei presbiteri e dei diaconi permanenti e comunque dei consacrati come indispensabile alla sua vita e alla crescita.

§2. Essi rivestono un ruolo importante come consiglieri spirituali dando la loro collaborazione sia all’interno delle piccole comunità familiari che alle coppie di sposi che abbiano ricevuto responsabilità a vari livelli nella Comunità, rispettando la fedeltà alla spiritualità particolare della Comunità medesima.

§3. In particolar modo la presenza del presbitero è sempre auspicabile anche negli incontri di piccola comunità familiare. Egli è padre ed educatore nella fede dei battezzati, cura ciascuna coppia di sposi perché condotta dallo Spirito Santo sviluppi la propria vocazione specifica secondo il Vangelo.

§4. Il Consigliere spirituale partecipa agli incontri del Consiglio e al Capitolo della Comunità.

12° CAPITOLO

12. Governo della piccola comunità familiare

§1. La coppia animatrice di piccola comunità familiare viene individuata tra le coppie di sposi all’interno della Comunità dal Consiglio , che abbiano i seguenti requisiti:

-si sentano motivate a servire la Chiesa nell’annuncio del "Vangelo del matrimonio e della famiglia";

-abbiano un idoneo periodo continuativo di appartenenza alla Comunità;

-siano obbedienti alla spiritualità ed alla regola della Comunità;

§2. Il loro compito è quello di:

-animare gli incontri di piccola comunità famigliare nelle parrocchie o nelle case secondo la particolare spiritualità della Comunità mediante la catechesi, la testimonianza ed il servizio;

-individuare i servizi necessari alla piccola comunità familiare;

-essere di riferimento per ogni necessità per le famiglie aderenti alla comunità e comunque per tutte coloro che pur riconoscendosi nella spiritualità della comunità partecipano all’itinerario di fede permanente senza aderirvi;

-collaborano con il parroco specie per l’evangelizzazione delle famiglie.

§3. Il Consiglio è costituito da 3 o 5 coppie di sposi e vengono elette dall’Assemblea della Comunità costituita solo da coloro che hanno fatto la Promessa e rimangono in carica per tre anni. Il loro operato è affiancato dal Consigliere spirituale.

§4. Essi hanno il compito di:

-elaborare le linee comuni per tutta la Comunità;

-vigilare che la Regola sia vissuta pienamente dalla Comunità, eventualmente correggere delle deviazioni;

-interessarsi delle riunioni che riguardano tutta la Comunità;

-nominare le coppie di sposi animatrici di piccole comunità familiari;

-decidere l’istituzione di nuove piccole comunità familiari e se in altre diocesi previo consenso da parte del Parroco che l’ospita e dell’Ordinario del luogo ;

-soppressione di una piccola comunità familiare;

-mantenere i contatti con la gerarchia della Chiesa per quello che riguarda la vita di tutta la Comunità;

-curare il coordinamento con gli altri gruppi, movimenti, associazioni che operano a servizio della pastorale familiare.

§5. La Coppia Presidente viene eletta, con maggioranza dei voti, all’interno del Consiglio e rimane in carica per tre anni.

§6. Le sue funzioni sono:

-convocare e presiedere gli incontri del Consiglio ;

-convocare e presiedere il Capitolo della Comunità;

-convocare e presiedere l’Assemblea Generale;

-rappresentare la Comunità in ogni ambito.

-dirigere le attività della comunità;

-curare l’applicazione delle decisioni prese in seno al Consiglio ;

-curare la formazione degli aderenti alla Comunità insieme al Consigliere Spirituale e nel rispetto della Regola.

§7. Tutti i membri della comunità, incorporati con la Promessa hanno il diritto di partecipare all’Assemblea generale. Essa viene annualmente convocata e presieduta dalla Coppia Presidente, almeno due volte, ad inizio d’anno e alla fine dell’anno pastorale.

§8. Compiti dell’Assemblea generale:

-esaminare gli atti di amministrazione e rendiconto delle entrate e delle uscite;

-esprimersi con potere consultivo sugli argomenti proposti dalla Coppia Presidente.

-incontri di formazione permanente.

13° CAPITOLO

13. Amministrazione dei beni materiali

§1. I beni materiali della Comunità vengono amministrati da una o, se necessario, da più coppie di sposi, le quali vengono scelte:

-a livello di piccola comunità familiare, dalla coppia animatrice;

-a livello di Consiglio dalla Coppia Presidente.

§2. L’amministrazione deve essere coscienziosamente tenuta, documentata, tenendo conto del carattere fiduciario di questo servizio.

§3. Il Consiglio può disporre dei beni della Comunità in conformità con le sue finalità

§4. Almeno una volta all’anno la coppia di sposi che amministrano i beni sono tenuti a rendere conto dell’amministrazione dei beni a loro affidati all’interno dell’Assemblea generale.

 

14° CAPITOLO

14. Norme transitorie

§1. I fondatori della comunità partecipano a pieno titolo nel Consiglio Generale, con le seguenti mansioni:

-Coppia Presidente;

-responsabili della formazione permanente delle coppie di sposi facenti parte della Comunità e comunque come prescritto già per questa carica.

E’ data facoltà di scegliere una o due coppie per integrare la composizione del Consiglio.

Foggia, 25 giugno 2006


 

FORMULA PER LA PROMESSA

Eccoci Signore.

Amato e dolce Signore

vogliamo servirti.

Desideriamo essere il sale che serve in silenzio ed umiltà.

Aiutaci a scioglierci nel mondo per compiere la nostra missione.

Fa’ che sappiamo essere presenti senza metterci in mostra.

O Signore fa’ che diamo significato alla storia dell’uomo

con la semplicità della nostra speranza,

con l’umiltà della nostra fede,

con la delicatezza della nostra carità.

Insegnaci a compiere ogni giorno il nostro sacrificio silenzioso.

Perché vogliamo con il nostro essere moglie, marito, genitori, figli,

impegnarci a servire Te e la tua Chiesa

con tutto il cuore, con tutta la forza, con tutta la mente, insieme ai fratelli di Comunità Famiglia Piccola Chiesa.

Te lo promettiamo affinché il Tuo Regno venga e la Tua volontà si compia.

Amen.